Ottimizzare i contenuti del sito per dare risposte alle ricerche vocali
L'assistente vocale trova le risposte nei motori di risposta (esatto, non si chiamano più motori di ricerca)
24 Febbraio 2020
Ho letto un articolo, a mio parere interessante, sul tema “voice search”, ossia la ricerca tramite assistenti vocali. Il punto centrale del tema è: come ottimizzare il proprio sito web, perché porti traffico anche dalle ricerche vocali?
L’articolo è pubblicato su Medium (lo puoi leggere qui) è molto lungo, e in alcuni passaggi dà per scontato che chi lo sta leggendo sia un addetto ai lavori. Abbiamo pensato quindi di estrarne alcuni passaggi chiave, aggiungendo il nostro punto di vista per cercare di approfondite insieme a te l’argomento, quanto mai interessante e attuale.
1. La ricerca vocale può avvenire tramite due mezzi fisici: lo smartphone o gli speaker. Lo smartphone è un oggetto che l’utente ha sempre a disposizione, mentre lo speaker solo quando è a casa o a lavoro. Nel 2020 sarà messo in vendita lo speaker Echo Auto di Amazon per poter utilizzare Alexa su qualsiasi automobile, e le nuove vetture cominceranno a essere prodotte con gli assistenti vocali già integrati (chi di Amazon, chi di Google, chi di entrambi per lasciare all’utente la scelta).
2. La cosa più importante da considerare è che la risposta possibile è solo una. Ciò significa che non è più sufficiente competere per essere nei primi 10 risultati della prima pagina di Google, ma si deve puntare ad essere il primo risultato. La domanda sorge spontanea: vale la pena fare una grande fatica per raggiungere questo risultato? Per rispondere in maniera più pragmatica è necessario affidarsi ai dati. Secondo questo articolo il 71% delle persone preferirebbe chiedere ad uno smart speaker la risposta di cui ha bisogno piuttosto che fare la fatica di digitare la richiesta sul motore di ricerca. Quindi la risposta è sì.
3. “No screen”. La ricerca vocale non si basa in alcun modo sulla vista, perché la parte visiva dell’informazione o del contenuto semplicemente non c’è (e se è presente in alcuni dispositivi, non è davvero rilevante).
4. Per alcuni business sarà vitale ottimizzare per la tecnologia e la ricerca voice, per altri meno. Come distinguerli? Una cosa è certa, questo nuovo modo di comunicare con il proprio pubblico non è ad esclusivo appannaggio dei brand-colosso internazionali e multimilionari.
5. La maggior parte delle persone fa ricerche via voce quando è in “mobilità” (passeggia, corre, guida…). Quindi chi si dovrebbe attrezzare per primo sulle ricerche vocali sono i business locali. Secondo le ricerche citate nell’articolo, le persone cercano maggiormente ristoranti, bar e negozi. Chi ha l’assistente vocale in auto, lo fa ancora più frequentemente.
6. Per ottimizzare un sito, affinché fornisca contenuti adatti alla ricerca vocale, non c’è nulla di strano da fare rispetto a quanto fatto finora per il posizionamento organico in altri canali. È necessario andare ad intervenire in maniera intelligente in tutti i punti base: https, leggibilità, velocità di caricamento, mobile first, AMP, Schema.org e Google My Business. Ovviamente, risulta strategico affermare con chiarezza di essere local business e dare quante più informazioni utili possibili.
7. Gli utenti non cercano “pizzeria”, come quando digitano il testo con le dita, bensì pronunciano “[nome assistente vocale], dove posso mangiare un ottima pizza qui vicino?”. In quest’ottica, dovranno essere considerare le “chiavi di ricerca lunghe”, e anche quelle meno utilizzate, aggiornando di conseguenza i propri contenuti (nota: non nei titoli, a meno che non siano FAQ).
8. Gli utenti non scrivono keyword, ma fanno domande lunghe (affermazione che è bene rimarcare).
9. Cosa c’è di più adeguato per rispondere ad una domanda precisa e circostanziata? La mitica pagina FAQ. La pagina FAQ è considerata il miglior contenitore possibile per dare contenuti utili in pasto ai bot. Le misure ottimali delle risposte si stimano intorno alle 29 parole. Le keywords vanno inserite soprattutto nelle domande.
10. Per le ricerche “non local”, è importate essere presenti nelle “answer block” (ho trovato nomi diversi in rete) ossia nelle “featured snippets” (che sono di vario tipo, non solo domanda-risposta). Sono quelle domande con relativa risposta rapida, che a volte appaiono in alto nelle ricerche fatte con Google. Come fare per essere lì? Non esiste una tecnica precisa, ma il sito deve essere posizionato ottimamente per la parola chiave lunga (cioè la domanda). È un lavoro di SEO ultra dettagliato ma è sempre Google che decide quali contenuti vanno a finire in quella posizione. Il processo di lavoro è quindi: sito ottimizzato, posizionamento che funziona, contenuti scelti da Google che vanno a finire nelle featured snippets e da lì devono salire in prima posizione. Non proprio un giochetto da ragazzi.
11. Altri suggerimenti, in linea con le normali buone prassi SEO (che non conosciamo a perfezione, non essendo il nostro lavoro): scrivere in modo colloquiale, ottimizzare ma non troppo, creare frasi semplici, pagine dove i bot possono trovare ciò che a loro serve. Riassumendo: “without quality, no one needs quantity”.
In Navoo non ci occupiamo specificatamente di SEO, ma costruiamo siti internet che devono posizionarsi e dare risposte, quindi dobbiamo imparare sempre di più sul tema “ricerca vocale” e lavorare in team con ottimi SEO specialist che condividano la nostra strategia.
Giorgio Magrin
Formazione di base tecnica, passata poi con gli studi al lato umanistico e comunicativo della forza.